La scorsa settimana l’autorità greca per la radio e tv (ESR) ha suggerito alle stazioni televisive di non trasmettere le immagini delle persone senza fissa dimora ed, in generale, della miseria che vivono i cittadini Greci.
D’ora in poi, anche immagini come queste potranno essere trasmesse solo dopo il consenso delle persone coinvolte.
Ecco cosa scrive TO BHMA: Στην Ελλάδα της κρίσης το ΕΣΡ υποδεικνύει στα κανάλια να κάνουν τα στραβά μάτια και να μη δείχνουν εικόνες που παραπέμπουν στην εξαθλίωση μέρους της κοινωνίας
Insomma: un invito a non mostrare la miseria!
E’ chiaro che si tratta di censura, per occultare quello che, piano piano sta venendo fuori: un economicidio a danno dei cittadini greci, che noi de IlContagio abbiamo testimoniato con questo post.
Ed i numeri parlano chiaro, purtroppo.
Nell’articolo di TO BHMA ci si domanda: “quale sarà il prossimo suggerimento dell’ ESR? Di non riportare notizie sulla disoccupazione? di non pubblicizzare i casi di persone che si suicidano a causa di problemi finanziari?” (guardate che anche in Italia queste notizie sono sparite dai media).
La rete è rimasta il solo mezzo per far veicolare le informazioni e per far conoscere l’immane tragedia che si sta consumando a pochi chilometri dal nostro paese, nel cuore dell’Europa.
Nessun mezzo televisivo nazionale ha trasmesso queste immagini, nonostante le persone vogliano essere informate! (basti pensare che il nostro post è stato letto da circa 25.000 persone in 4 giorni)
Abbiamo sollecitato direttori di reti televisive e di giornali via twitter, ma niente.
Se riusciremo a fare la giusta pressione (cosa possibile solo attraverso la rete) questi signori saranno prima o poi costretti a parlarne, forse.
Noi abbiamo deciso di non mollare la presa.
Per questo, chiediamo l’aiuto di tutti.
E’ una battaglia di libertà, di informazione e di solidarietà al popolo greco.
Pensateci!
Un domani potrebbe toccare a noi.
jps75
febbraio 12, 2013
Io non credo si tratti di censura, e comunque questa accusa la si può fare solo quando, sul campo, si verifica di prima mano che i media occultano una determinata storia. In altre parole, non da qui e non tramite Internet. Anziché fare un attacco ai media, che non serve a niente perché i media non si smuovono così, troverei più interessante chiedersi *perché* nessun giornale parli della situazione in Grecia. Io temo semplicemente che sia un argomento che non interessa: il suo momento di crisi da prima pagina la Grecia l’ha già avuto. La notizia è vecchia, il picco è passato. Ma soprattutto nessuno vuole sentire parlare di questi guai. Avete presente quante altre sparatorie con vittime ci sono state negli Stati Uniti dopo quella della scuola di Newtown? I giornali ne hanno parlato? No, ma non per la censura, perché non interessa. Perché dopo una notizia grossa, una simile, ma più piccola, non fa più… notizia. Mi pare giusto e doveroso fare una campagna di sensibilizzazione su quello che succede in Grecia, ma la prenderei dalla parte giusta. Chiedetevi perché non interessa a nessuno che i Greci siano nella merda. I giornali, specialmente in Italia, scrivono quello che la gente vuole leggere. La censura, forse, sarebbe un problema meno preoccupante.
Piergiorgio Manca
febbraio 12, 2013
coinvolgete la gente greca fate sapere cosa accade qui in italia con il M5S che il popolo greco si apropri dello stato noi ci siamo svegliati grazie a Beppe Grillo fate in modo che ci sia un Grillo anche fra loro forza popolo greco
lelle t.
febbraio 13, 2013
sono senza parole…..
rosslinn
febbraio 13, 2013
Reblogged this on Il Blog dei Reblog.
francescosamani
febbraio 13, 2013
Reblogged this on francescosamani.
rmammaro
febbraio 13, 2013
Reblogged this on Appunti di viaggio and commented:
Servizio pubblico.
Se ho inteso bene il senso del servizio pubblico…
moloch02
febbraio 13, 2013
E’ uno dei commenti più inutili che ho letto. Passando sopra a quello che è il concetto di informazione, mi verrebbe da dire che a chi ha coscienza storica e politica, soprattutto negli ultimi anni, queste notizie interessano e come, visto i trascorsi della Grecia simili ai nostri. E quale scusa ci inventiamo se ci ritroviamo con la Grecia, dove sono state votate favorevolmente anche le misure di austerità proprio in sti giorni? Che non ci interessava? Non credo proprio. A me, e a tanti milioni di italiani, interessa e come la situazione aggravata della Grecia, perché si parla di INFORMAZIONE non di Gossip, quindi preferiamo questo che le scappatelle di Balotelli o di Belen, grazie.
zcavalla
febbraio 13, 2013
La Grecia è in crisi e non lo sta censurando nessuno, credo. Men che meno Monti, che per spaventare gli italiani dice che Grillo farà far loro la fine dei greci. Poi circolano fandonie sulla rivolta greca per i quali consiglio di leggere questo link e il link contenuto nel link 🙂 http://chinonmuore.wordpress.com/2013/02/13/68-feta-sugli-occhi/
ABATE FARIA
febbraio 13, 2013
La censura c’è in Grecia.
Quanto all’Italia non mi pare vi sia grande attenzione.. nessun reportage e/o inchiesta e servizio.
Sul resto…
Qui abbiamo riportato cose da fonti quali to vima (giornale greco che ha quasi 100 anni) e la confederazione degli artigiani e commercianti.
Sarebbe come se dichiarassimo inattendibili il Corsera o la Confindustria.
Come ho giá avuto modo di dire…di quello che scrivono altri blog non possiamo certo rispondere noi.
Grazie comunque per la segnalazione.
zcavalla
febbraio 14, 2013
C’è una lieve contraddizione in ciò che dici. Prima affermi che c’è la censura in Grecia; poi che la vostra fonte è il principale giornale greco.
Comunque il vostro articolo è pacato e cita le fonti e per questo merita un plauso. Solo il titolo è eccessivo e sensazionalistico, a mio avviso.
Il tema è antico: nei periodi di grave crisi la sfiducia delle persone peggiora le cose, di qui gli inviti di chi è al potere a contenere le notizie e, soprattutto, a non eccedere in disfattismo; d’altro canto, se la crisi è stata causata da incapacità o corruzione, questo suona anche come una censura, un tentativo del potere di contenere la rabbia.
In Italia sappiamo quello che interessa all’italiano medio: che la Grecia è nella merda, che le politiche di austerity stanno costando care alla povera gente, che le lobby, lungi dal mostrarsi responsabili stanno cercando di difendere i propri privilegi. Incrociamo le dita e speriamo che i prossimi governanti italiani facciano una politica economica assennata.
ABATE FARIA
febbraio 14, 2013
Hai risposto tu per me.
grazie
ABATE FARIA
febbraio 14, 2013
come già detto: noi rispondiamo di ciò che scriviamo sul nostro blog.
l’esagerazione di qualcuno non giustifica il tentativo stupido di ironizzare e di minimizzare che qualche blog ha attuato per un minuto di celebrità.
guardate i dati macroeconomici.
io ho postato le foto anche perchè, oggettivamente, non tutti sono in grado di capire l’economia.
ma dicono, grafici ed immagini, la stessa cosa: la Grecia (ed i Piigs) stanno precipitando in una depressione economica molto pericolosa.
grazie.
ABATE FARIA
febbraio 14, 2013
Sono d’accordo.
Una precisazione: come sai non c’è bisogno che si chiudano i giornali per arrivare alla censura.
Non siamo alla Corea del Nord e nessuno lo sostiene.
Però…stiamo attenti.
La nostra Europa non brilla certo, ultimamente, per democrazia..
-:)
Sabina Sechi
febbraio 19, 2013
A me la situazione pare estremamente grave e non si dovrebbe aver paura di chiamare le cose con il loro nome, questi inviti alla prudenza e questo scetticismo mi sembrano pericolosi, è come mettere la testa sotto la sabbia con il rischio di farsi seppellire completamente, la crisi c’è è forte la gente muore di disperazione e mi basta un suicidio per dire che non va bene, non si raccolgono i rifiuti per fame non dovrebbero esserci file kilometriche davanti alle associazioni che distribuiscono cibo, i giovani dovrebbero lavorare e gli adulti non dovrebbero perdere il lavoro e specialmente le banche non possono decretare la fine di uno stato e per stato intendo tutti i cittadini, è la fine, il default del capitalismo sono entrati in scena gli sciacalli a rapinare la Grecia, la Spagna, l’Italia la gente deve avere cosciente paura della situazione è il primo step per arrivare a reagire e trovare soluzioni diverse a questa crisi che diversamente cambierà per molto tempo la struttura economica e sociale dell’Europa inaugurando un periodo buio e difficile per la maggior parte della popolazione.